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La guerra sulla Marmolada nel museo più alto d'Europa

"La guerra li divise, il ricordo li unisce", questo il messaggio inciso sul cippo commemorativo di quella strage che fu la Grande Guerra, il messaggio che ricorda tutti quei ragazzi detti soldati che scalarono una montagna per andare a combattere tra ghiacci, rocce e sangue con la minima (e forse quasi nessuna) possibilità di tornare a casa. La Marmolada oggi li ricorda ancora più fortemente, onorandoli con l'apertura di un nuovo e rinnovato museo.
Il Museo della Grande Guerra, posto ad oltre 3000 metri di quota (il più alto d'Europa) nel centro della zona oggi chiamata "Zona Monumentale", è visitabile con l’orario dell’esercizio funiviario, abitualmente dall'inizio di dicembre a pasqua e da giugno a settembre. Come si conviene alla sua finalità, l’ingresso è gratuito. Sono 24 gli euro richiesti per l'andata ed il ritorno in funivia.


Si può arrivare al museo comodamente con la spettacolare funivia in soli 8 minuti, ma fa specie pensare a tutti quei ragazzi (provenienti da ogni dove) che la dovettero scalare, camminando per oltre 9 ore, dai 1.450 metri di Malga Ciapèla ai 3000 della Punta Serauta, con tanto di zaino, fucile ed un vestiario a dir poco non adatto.


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Nella zona monumentale di Punta Serauta (occupata dagli italiani il 30 aprile 1916), fatta di nuda roccia, è presente un vero e proprio fortilizio, formato da numerose grotte, collegate da camminamenti oggi nuovamente resi agibili. Tutto intorno venne costruita una vera e propria cittadella, fatta di baracche e trincee, in quei luoghi migliaia di giovani hanno perso la vita e il nostro ministero della difesa ha deciso di onorarli definendola "zona protetta", ossia intoccabile.


Il percorso espositivo (diviso in 12 zone tra ponte, gallerie e sale espositive) per buona parte multimediale è accompagnato da stralci di diari e lettere di soldati dei due schieramenti. Programmato cronologicamente comincia con la sezione dedicata alla "chiamata alle armi", con la vestizione fino ad arrivare alle lettere scritte di proprio pugno dai militari.


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Poco più lontano la “Eisstadt”, la città di ghiaccio di circa 10 chilometri scavata nei nevai della parte controllata dalle forze austro-ungariche, vere grotte nelle quali erano posizionate le varie baracche in legno, adibite a magazzini, dormitori, infermeria, ristoro. Si tratta di un’opera militare unica al mondo, frutto di approfonditi studi ingegneristici, che permise ai soldati austroungarici di mantenere il possesso del ghiacciaio fino al momento della ritirata italiana. Il fitto reticolo di tunnel ospitava un’importante base logistica e offriva protezione dai bombardamenti, dalle valanghe e dal freddo. La galleria oggi non esiste più, sciolta dalla natura, ma può rivivere grazie alla tecnologia multimediale, alle numerose fotografie e la riproduzione di schizzi originali del tenente Leo Handl caratterizzano l’ambiente dedicato alla Città di Ghiaccio.


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«Vogliamo che i visitatori si immedesimino nelle reali condizioni di vita di quei soldati a queste quote» dichiara l'architetto Claudine Holstein al quotidiano Repubblica, e difatti il cuore del percorso sono le due gallerie parallele e comunicanti che sanno meglio di qualunque riproduzione, descrivere la vita lassù tra nevai e proiettili al cospetto delle Dolomiti. A ricordare che fece più vittime il freddo dei proiettili, uno sportellino in cui infilare le mani per sentire l'effetto del gelo.


Il viaggio si può fare con la spettacolare funivia oppure incamminandosi in uno degli itinerari proposti (cliccare), naturalmente essendo esterni alla zona museale il percorso è a propria responsabilità (munirsi di attrezzatura d'alta montagna e caschetto!).


Per ulteriori informazioni
Marmolada S.r.l.
Via Malga Ciapèla 48
32023 Rocca Pietore (BL)
Tel. +39.0437.522984
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Immagini ed informazioni tratte da: museomarmoladagrandeguerra.com